Emergency Medicine Practice 2020/03

11,90 €
Tasse incluse
An evidence-based approach to emergency medicine
 
Autore
Jonathan A. Edlow, MD, FACEP
Vice-Chairman, Department of Emergency Medicine, Beth Israel Deaconess Medical Center; Professor of Emergency Medicine, Harvard Medical School, Boston, MA
 
Revisore scientifico della versione italiana: Bruno Tartaglino
Formato

Riferimento: EMP2020_0320
ISBN / ISSN: 1592-3533
Autori: AAVV
Tipologia di Prodotto: Rivista
Anno di pubblicazione: 2020
Formato: pdf
Pagine: 28
Descrizione dettagliata
L’approccio al paziente con vertigine acuta: andamento temporale e fattori scatenanti
 
Obiettivi formativi
Dopo la lettura del presente articolo, sarete in grado di:
1. Esporre un approccio basato sui fattori temporali e scatenanti nella diagnosi dei pazienti che lamentano vertigine.
2. Descrivere la diagnosi differenziale di ciascuna sindrome vestibolare.
3. Riconoscere un attacco ischemico transitorio della circolazione posteriore nei casi che si presentano con episodi transitori di vertigine.
4. Usare le manovre diagnostiche e terapeutiche al letto del paziente per riconoscere e trattare la vertigine acuta, nei casi indicati.
 
Abstract
La vertigine acuta è una condizione osservata comunemente nel DEA. A seguito di ricerche recenti l’approccio diagnostico è cambiato, concentrandosi oggi sui fattori temporali e su quelli scatenanti (trigger), invece che sulla qualità dei sintomi del paziente (vertigine soggettiva, oggettiva, capogiro). Ognuna delle tipologie, considerando la tempistica e i fattori scatenanti o trigger, ha una propria diagnosi differenziale e un approccio diagnostico che aiuterà il medico d’urgenza a distinguere le cause benigne della vertigine da quelle pericolose per la vita. L’imaging cerebrale, persino la RM, presenta limiti notevoli nell’escludere l’ictus che si manifesta con la vertigine. La vertigine parossistica benigna da posizione può essere trattata con manovre di riposizionamento effettuabili al letto: una scelta di trattamento dal buon rapporto qualità/costi.
 
Introduzione
È raro completare un turno in DEA senza vedere almeno un paziente che lamenta vertigini. La difficoltà con questi pazienti è dovuta, in parte, al fatto che lo schema diagnostico classico, stabilito quasi 50 anni fa, è profondamente imperfetto e fuorviante. Gli studi recenti suggeriscono fortemente che un diverso metodo, basato su “ tempistica e trigger” della vertigine, sia migliore della tradizionale modalità per “qualità dei sintomi” o della domanda “le gira la testa o la stanza?”.
Si somma a questo problema il fatto che molti medici e persino alcuni neurologi non comprendono appieno i riscontri dell’esame fisico utili alla valutazione del paziente che soffre di vertigine. In particolare il nistagmo è di difficile comprensione per molti medici e solo recentemente il “test impulsivo cefalico” o “test impulso della testa” (HIT, head impulse test) è stato introdotto nella pratica della medicina d’urgenza. L’obiettivo di questo articolo è colmare queste carenze e rivedere gli strumenti e le tecniche a disposizione per facilitare le decisioni cliniche per i pazienti con vertigine.
Sulla base della letteratura corrente e dell’esperienza clinica questo numero di Emergency Medicine Practice presenta un nuovo approccio algoritmico alla diagnosi di vertigine acuta. Sebbene questa metodica richieda all’inizio qualche minuto in più, farà risparmiare tempo e spese successivamente. Ancor più importante, formulare rapidamente e con sicurezza la diagnosi corretta può migliorare gli esiti del paziente, riducendo le eventuali ricadute e preservare la funzionalità vestibolare nel lungo termine. Nel caso di attacco ischemico transitorio (TIA), l’avvio dei trattamenti urgenti riduce le probabilità di ictus.
Recensioni(0)

Recensioni

Nessuna recensione, al momento.

Stai recensendo “Emergency Medicine Practice 2020/03”


.png .jpg .gif
group_work Consenso ai cookie

Accedi

Megamenu

Confronta0Lista dei desideri0

Il tuo Carrello

Non ci sono prodotti nel carrello