Emergency Medicine Practice 2016/05

9,90 €
Tasse incluse
An evidence-based approach to emergency medicine
 
Responsabile scientifico: Bruno Tartaglino 
 
Formato

Riferimento: EMP2016_0516
ISBN / ISSN: 1592-3533
Autori: Andrea Rowland-Fisher, Megan L. Rischall
Tipologia di Prodotto: Rivista
Anno di pubblicazione: 2016
Formato: pdf
Pagine: 28
Descrizione dettagliata
Il paziente adulto HIV positivo nel Dipartimento di Emergenza: l’evoluzione nella gestione della malattia 
 
 
Il trattamento del paziente HIV positivo nel Dipartimento d’Emergenza è cambiato con lo sviluppo della terapia antiretrovirale altamente attiva (HAART - Highly Active Antiretroviral Therapy). Tale terapia si è concretizzata in una aspettativa di vita prolungata e nella migliorata qualità della vita stessa dei pazienti e, nei casi di buona compliance e successo del trattamento, anche nella eliminazione virtuale delle infezioni opportunistiche associate all’AIDS. Pertanto il medico d’urgenza si trova oggi più frequentemente ad affrontare sia gli eventi avversi legati alla terapia farmacologica che le patologie associate all’invecchiamento e alla malattia cronica. Questo numero si concentra sulle differenze tra la valutazione dei soggetti in terapia a lungo termine e quella dei pazienti non aderenti al trattamento e che presentano bassi livelli di CD4, nonché sul riconoscimento delle infezioni opportunistiche rare o pericolose per la vita. Si affrontano i processi patologici correlati all’effetto di una infezione HIV prolungata, anche se ben controllata, su molti sistemi organici.   
 
Introduzione 
Il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) causa un decadimento progressivo del sistema immunitario che porta alla sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) in assenza di trattamento. Sotto nomenclatura diversa, la prima descrizione dell’AIDS risale all’inizio degli anni ’80 quando dei cluster di pazienti svilupparono infezioni opportunistiche non riscontrate nei soggetti con sistema immunitario intatto. L’HIV si è diffuso in ogni paese del mondo, creando una pandemia globale. Nel 2012 vi erano 35,3 milioni di persone nel mondo che convivevano con l’HIV e 2,3 milioni di nuove diagnosi effettuate nello stesso anno. Dal 1996, lo sviluppo della terapia antiretrovirale altamente attiva (highly active antiretroviral therapy, HAART) ha innalzato notevolmente le aspettative di vita dei pazienti HIV positivi. A seguito dell’efficacia della HAART, già all’inizio degli anni 2000 l’aspettativa di vita dei pazienti nei Paesi avanzati era equivalente a quella di soggetti comparabili, non infetti dall’HIV. Le linee guida attuali dallo United States Departmente of Health and Human Services raccomandano il trattamento di tutti i pazienti HIV positivi con farmaci antiretrovirali (ARV). Tali raccomandazioni si basano sull’evidenza che gli ARV riducono il rischio di progressione della malattia in tutti i pazienti con livelli dei linfociti T CD4 (da qui in poi CD4) < 350 cellule/mm3 , CD4 da 350 a 500/mm3 e CD4 > 500/mm3 . Questa raccomandazione è una modifica delle linee guida precedenti, che indicavano la terapia solo per i pazienti con livelli CD4 più bassi. Le linee guida si basano anche sull’evidenza della riduzione del rischio di trasmissione a seguito del trattamento e sul fatto che i pazienti con cariche virali HIV non rilevabili sono a bassissimo rischio di trasmissione ad altri. Oltre al miglioramento dell’aspettativa di vita, la HAART ha cambiato l’epidemiologia delle affezioni che interessano i pazienti HIV positivi. All’inizio dell’epidemia, i pazienti affetti da HIV si presentavano generalmente con complicanze infettive della loro malattia in fase avanzata, tra cui infezioni opportunistiche quali la polmonite da Pneumocystis jiroveci e il sarcoma di Kaposi. Oggi, i pazienti presentano più comunemente complicanze non legate alle infezioni opportunistiche: patologie cardiache, epatiche e renali, nonché tumori maligni correlati all’HIV ed effetti collaterali dei farmaci. Lo spettro dei problemi lamentati è correlato alla compliance della terapia. Le infezioni opportunistiche sono ancora osservate nei pazienti con infezione non diagnosticata e malattia avanzata, o in quelli con limitata compliance alla terapia per barriere finanziarie, sociali o di altra origine. Questa evoluzione dell’epidemiologia delle complicanze dell’HIV pone delle difficoltà particolari ai medici d’urgenza, che devono aver ben presenti sia le loro modalità di presentazione che la presentazione delle infezioni opportunistiche. Questo numero di Emergency Medicine Practice esamina le complicanze in emergenza dell’infezione HIV sul lungo termine, specialmente le condizioni non infettive e le complicanze comuni nel paziente HIV positivo adeguatamente trattato con HAART.  
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