Emergency Medicine Practice 2020/01

 

Dopo la lettura del presente articolo, sarete in grado di:

1. Riconoscere la possibilità di uno stato epilettico non convulsivo nei pazienti con stato mentale alterato.

2. Avviare le strategie diagnostiche e terapeutiche indicate secondo la presentazione clinica.

3. Descrivere l’azione farmacologica degli agenti antiepilettici e prescrivere i farmaci di prima, seconda e terza linea per fare cessare le convulsioni.

4. Esporre l’importanza e i benefici di un approccio multidisciplinare nella gestione in DEA di un paziente con convulsioni.

 

Lo stato epilettico non convulsivo (NCSE, non convulsive status epilepticus) è caratterizzato da un cambiamento dello stato mentale rispetto al basale persistente per oltre 5 minuti, generalmente con attività epilettiforme rilevata alla registrazione EEGrafica, e con nessuna o impercettibile anomalia motoria. Questa condizione può essere difficile da diagnosticare nel DEA, ma la soluzione sta nel tenere alto il sospetto, nell’avviare precocemente il monitoraggio elettroencefalografico e nel coinvolgere tempestivamente il neurologo. Le benzodiazepine rappresentano la terapia di prima linea, seguite in seconda e terza linea rispettivamente da antiepilettici ed anestetici. Le poche linee guida esistenti sul trattamento del NCSE sono molto eterogenee, pertanto l’obiettivo di questa revisione estensiva è creare un protocollo standardizzato su base scientifica per la diagnosi e il trattamento di tale affezione. 

 

Questo numero di Emergency Medicine Practice fornisce una revisione scientifica della diagnosi e della gestione dei casi di NCSE, con particolare enfasi alla crescente consapevolezza di dover avviare urgentemente la terapia a prevenzione di esiti neurologici negativi.