Perizia non collegiale disposta in sede penale non è affetta da nullità

La Corte di Cassazione, prima sezione penale, con la recente sentenza n. 13122/2023, depositata il giorno 29/03/2023, nel respingere il ricorso di un soggetto (non medico) imputato di omicidio volontario che lamentava tra l’altro la nullità e comunque la non correttezza della perizia medico-legale disposta nel corso del procedimento, richiamando la precedente decisione n. 45719/2022, ha ribadito che nei procedimenti penali aventi a oggetto la responsabilità sanitaria, la nomina di un solo perito, anziché di un collegio, in violazione dell'art. 15, comma 1, legge 8 marzo 2017, n. 24 (legge Gelli), non è causa di nullità dell'elaborato peritale, in quanto non espressamente prevista, né incide sulla sua affidabilità se la sua relazione risulta comunque idonea a offrire al giudice le conoscenze scientifiche necessarie per una compiuta valutazione dei fatti oggetto di giudizio.

La Suprema Corte ha precisato che nel caso di specie il perito aveva tenuto conto nel proprio elaborato degli accertamenti espletati dal consulente della parte imputata, nonché delle risultanze del diario clinico riportante tutte le cure e i trattamenti terapeutici alle quali si era sottoposto il ricorrente, dai quali emergeva che quest'ultimo soffriva di una sindrome ansioso-depressiva (trattata con farmaci ansiolitici) che non aveva mai raggiunto la soglia di una patologia psichiatrica; che, inoltre, il perito aveva evidenziato nella sua relazione che l’imputato aveva agito in una condizione di chiara consapevolezza del disvalore e del significato delle condotte poste in essere tenendo conto di quanto riferito dal predetto nel corso di un colloquio in merito alla condotta delittuosa da lui tenuta.

A cura di Sergio Fucci - Giurista e bioeticista, già consigliere presso la Corte d’Appello di Milano e magistrato tributario