In tutto il mondo, la sterilità viene definita come l’incapacità di una coppia di concepire dopo aver trascorso un certo periodo di tempo avendo rapporti sessuali con una frequenza considerata normale e senza usare alcun tipo di precauzione anticoncezionale. In questa definizione vedo già un certo numero di problemi.
Questa terminologia non è universale. In Italia, la parola sterilità indica l’incapacità di iniziare una gravidanza o di farla iniziare alla propria compagna. Si usa invece il termine “infertilità” per indicare la incapacità di avere figli vivi e in grado di sopravvivere.
Manca, nella definizione che ho riportato, un riferimento preciso alla durata di questo periodo di tempo e alla giusta frequenza di rapporti e non viene esaminato il significato “prognostico” delle parole che usiamo.
È evidente che a seconda della definizione alla quale si decide di attenersi la frequenza della sterilità in un certo Paese o in un determinato contesto sociale può cambiare notevolmente e se a ciò si aggiunge il fatto che una gran parte dei dati viene derivata da indagini fatte in Paesi finitimi dovremmo tutti usare una certa dose di prudenza quando trattiamo questo aspetto del problema; ad esempio il fatto che in Italia la percentuale di coppie sterili sia pari al 15% di quelle che cercano figli non ha un preciso riferimento bibliografico (fino a pochi anni or sono l’OMS ci assegnava solo uno striminzito 5%) e oltre a ciò non ha subito alcuna variazione da almeno trent’anni, cosa di per sé molto poco credibile.
Il concetto di sterilità è solo raramente assoluto, molto spesso ha valore soltanto relativo. Una donna operata di asportazione dell’utero e delle ovaia è sterile, visto che la ricerca scientifica non è ancor riuscita a costruire oociti a partire dalle cellule staminali e che le sperimentazioni sulla ectogenesi (l’utero artificiale) sono ancora in fase iniziale; la stessa cosa si può dire per un uomo al quale sono stati tolti i testicoli. Ma in un gran numero di casi, il concetto è solo relativo: una donna senza le salpingi può avere un figlio con la fecondazione assistita; nei testicoli di un uomo azoospermico si può trovare qualche spermatozoo che può essere utilizzato per una fecondazione assistita. Di più: un uomo al quale vengono tolti i testicoli e una donna ovariectomizzata potrebbero aver fatto congelare i propri gameti e debbono perciò essere considerati persone potenzialmente fertili.
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