Disturbi di personalità

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Tasse incluse
LA PERSONALITÀ TRA NORMALITÀ E PATOLOGIA di F. Pellegrino
CLASSIFICAZIONE E DIAGNOSI DEI DISTURBI DI PERSONALITÀ di G. Del Buono
DISTURBI DI PERSONALITÀ E ABUSO DI SOSTANZE di V. Prisco
DISTURBI DI PERSONALITÀ E GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO di M. Siano 
LA RILEVANZA CLINICA DEI DISTURBI DI PERSONALITÀ NEL CONTESTO FORENSE di L. Levita, V. Abitudine, A. SoldovieriIO,
CHIARA E L’OSCURO. L’INTERVENTO CLINICO NEL DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITÀ di G. Ruggiero, M.G.Paturzo 
DISTURBO DI PERSONALITÀ, UNA DEFINIZIONE POSSIBILE, IN ADOLESCENZA? di S. Novi
Formato

Riferimento: MC2020_0220_01
ISBN / ISSN: 978-88-7110-491-1
Autori: F. Pellegrino, G. Del Buono, V. Prisco, M. Siano, L. Levita, V. Abitudine, A. Soldovieri, G. Ruggiero, M.G. Paturzo, S. Novi
Tipologia di Prodotto: Review
Anno di pubblicazione: 2020
Formato: on line
Pagine: 67
Descrizione dettagliata
I DISTURBI DI PERSONALITÀ
di F. Pellegrino, G. Del Buono, V. Prisco, M. Siano, L. Levita, V. Abitudine, A. Soldovieri, G. Ruggiero, M.G. Paturzo, S. Novi
 
 
LA PERSONALITÀ TRA NORMALITÀ E PATOLOGIA di F. Pellegrino
 
Come si definisce la normalità? In che termini possiamo affermare che una persona presenta un pattern abituale di esperienza interiore che devia marcatamente rispetto alle aspettative dell’ambiente culturale di appartenenza? Quando l’interiorità di una persona può, o deve, essere considerata patologica? Come riuscire a cogliere l’esperienza interiore deviante? E cosa s’intende per interiorità? Possiamo affermare con certezza che una persona che devia marcatamente rispetto alle aspettative del proprio ambiente debba essere considerata “disturbata”?
In base a quale assunto? Sappiamo bene, inoltre, che anche nello stesso ambito culturale si verificano, nel tempo, profondi cambiamenti e che, in epoche storiche diverse, alcuni stili di vita comportamentali sono stati considerati di volta in volta devianti, accettabili o normali a seconda del clima culturale. Non è facile cogliere la differenza tra fisiologico e patologico, “sano e malato”, quello che è “giusto” e quello che è “sbagliato”.
 
Indice
INTRODUZIONE. 
I DISTURBI DI PERSONALITÀ. 
Gruppo A: schizoide, schizotipico, paranoide.
Gruppo B: antisociale, borderline, istrionico e narcisistico.
Gruppo C: evitante, dipendente, ossessivo-compulsivo.
Altri disturbi di personalità.
 
CLASSIFICAZIONE E DIAGNOSI DEI DISTURBI DI PERSONALITÀ di G. Del Buono
È molto comune incontrare persone che pensano, manifestano sentimenti ed emozioni e mettono in atto comportamenti distanti rispetto a quello che noi siamo solitamente abituati, e che attirano la nostra attenzione. E ci accorgiamo che tali manifestazioni psicologiche sono reiterate nel tempo, come se fossero scritte su un copione che si ripete in ogni occasione simile. Queste persone probabilmente soffrono di un disturbo di personalità.
 
Indice
INTRODUZIONE.
IL DSM-5.
Cluster secondo il DSM-5.
Definizione ed essenza dei 10 disturbi di personalità. 
Il modello alternativo dei disturbi di personalità secondo il DSM-5.
Funzionamento della personalità.
Tratti.
Conclusioni sul modello alternativo.
L’ICD-11.
Tratti o “qualificatori di tratto”.
Personalità difficile.
Conclusioni sull’ICD-11.
CATEGORIE E DIMENSIONI.
FIVE FACTOR MODEL O “BIG FIVE”.
CONCLUSIONI.
 
DISTURBI DI PERSONALITÀ E ABUSO DI SOSTANZE di V. Prisco
Svariati studi suggeriscono che la prevalenza dei pazienti affetti da disturbi di personalità è più alta nei pazienti con dipendenze patologiche, rispetto alla popolazione generale. Inoltre la comorbidità con i disturbi di personalità mostra una correlazione positiva con la gravità della patologia da uso di sostanze. I disturbi di personalità più rappresentati tra gli abusatori
di sostanze appaiono il disturbo borderline e l’antisociale. Svariate ipotesi sono state proposte per spiegare la relazione tra i disturbi di personalità e le dipendenze patologiche, come ad esempio un disturbo di personalità di base che conduce ad un abuso secondario di sostanze o, viceversa, un utilizzo ripetuto di sostanze che genera cambiamenti della personalità nel corso del tempo, oppure fattori biologici comuni che generano impulsività e discontrollo. Nella maggior parte dei casi sembra che tratti di personalità patologici o veri e propri disturbi della personalità possano condurre, soprattutto nell’età adolescenziale e nella
prima età adulta all’utilizzo di sostanze, come risposta o tentativo di compenso rispetto ai tratti di personalità di base.
 
Indice
LA SELF MEDICATION HYPOTHESIS.
IL SENSATION SEEKING.
L’impatto della comorbidità tra disturbi di personalità e dipendenze patologiche sul decorso clinico e sulla prognosi della patologia da dipendenza.
Approcci terapeutici.
 
DISTURBI DI PERSONALITÀ E GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO di M. Siano
Nella quinta edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), il gioco d‘azzardo patologico (o gambling disorder), è stato inserito nel capitolo dei “Disturbi correlati a sostanze e Disturbi da addiction”, conservando i criteri del DSM-IV. Questo cambiamento è stato appurato sulla base di prove scientifiche che dimostrano come il gioco d’azzardo presenta gli stessi meccanismi neurobiologici (sistemi di ricompensa) dei disturbi da uso di sostanze da abuso. Il Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) è definito come un comportamento problematico persistente o ricorrente che porta disagio o compromissione
clinicamente significativi.
 
LA RILEVANZA CLINICA DEI DISTURBI DI PERSONALITÀ NEL CONTESTO FORENSE
di L. Levita, V. Abitudine, A. Soldovieri
I disturbi di personalità hanno assunto nel corso del tempo una notevole rilevanza all’interno del contesto forense, in quanto rappresentano una condizione clinica tale da inficiare la capacità di intendere e di volere del soggetto che ha commesso un’azione criminosa e, di converso, consentono di rivalutare le conseguenze penali di norma previste per un reato.
Inizialmente, infatti, i disturbi di personalità vennero considerati irrilevanti, poiché si presumeva che questi fossero passeggeri e spesso determinati da impulsi emotivi o passionali. Fu in seguito alla sentenza n. 9163/2005 del 25 gennaio2005, emessa dalle Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione (nonché della I Sezione Penale n. 16574 del 31 marzo 2005), che anche i disturbi di personalità furono ascritti alla categoria dei disturbi causanti infermità ai fini giudiziari.
 
IO, CHIARA E L’OSCURO. L’INTERVENTO CLINICO NEL DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITÀ
di G. Ruggiero, M.G.Paturzo
Esiste una configurazione, o meglio un’area clinica, che oggi viene comunemente definita borderline, ma sia il termine che l’area appaiono come problematici. Borderline, infatti designa una molteplicità di quadri clinici differenti, interpretata con diverse teorie, parzialmente, o minimamente, sovrapponibili. L’inadeguatezza del termine borderline sta nel fatto di indicare un’area di confine, situata “tra”, che rischia sempre di essere né questo né quello e di venire, da questo o da quello riassorbita.
 
Indice
IL CONCETTO DI BORDERLINE: DIFFICOLTÀ NELLA DEFINIZIONE.
LA DIAGNOSI DI DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITÀ.
LO SVILUPPO DEL SÉ E DISTURBO BORDERLINE: LE TEORIE.
IL RUOLO DELLE ESPERIENZE TRAUMATICHE PRECOCI NEL DISTURBO BORDERLINE.
LA RELAZIONE TERAPEUTICA CON IL PAZIENTE BORDERLINE.
 
DISTURBO DI PERSONALITÀ, UNA DEFINIZIONE POSSIBILE, IN ADOLESCENZA? di S. Novi
Il DSM-5 è piuttosto esplicito nell’indicare come poco praticabile la formulazione di una diagnosi di disturbo di personalità in adolescenza. Questo assunto parte probabilmente dal presupposto che la personalità dell’individuo in adolescenza non sia ancora totalmente strutturata nella sua completezza. Tuttavia, gli studi presenti in tal senso attestano l’esistenza di una certa continuità tra personalità in fase infantile e adolescenziale.
 
Indice
CARATTERISTICHE DOMINANTI NEL LIVELLO DI FUNZIONAMENTO BORDERLINE SECONDO LE LENTI DEL TERAPEUTA.  TRATTAMENTO.
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