Miti dell'antica Grecia e Medicina
In consegna da dicembre 2024
Viaggio tra i miti greci, i riferimenti medici e i capolavori ispirati da tali tematiche nel corso dei secoli.
Nel primo poema della letteratura greca, il competente intervento di Macáone sulla mitica, ma superficiale ferita di Menelao, rappresenta la prima scena di medicazione della letteratura occidentale: medicina applicata alle ferite del corpo. Menelao ha appena vinto il duello con Paride, che avrebbe dovuto porre fine alla guerra, ma viene colpito a tradimento da una freccia scagliata da Pándaro, provvidenzialmente deviata da Atena, ma comunque capace di ferirlo appena sopra alla cintura.
Dobbiamo alla Grecia il nostro modo di ragionare, di interpretare i fatti e di risolvere i problemi. La cultura greca enucleò tutto questo partendo dalla medicina, cioè da una pratica che cercava di dar risposta a una delle esigenze primarie dell’uomo. Il corpo rappresentava uno dei beni più preziosi, e ciò valeva in particolar modo per gli eroi omerici. Al corpo erano legati non solo la bellezza, ma valori come l’eroismo, la gloria, l’onore, per cui l’eroe si identificava con il suo corpo e rischiava di perdere ogni cosa quando quel corpo lo tradiva.
La mitologia greca è l’insieme dei miti raccontati dagli antichi greci: le leggende partono dalla creazione del mondo e parlano di divinità, di eroi e altre creature immaginarie, la cui conoscenza ci permette di comprendere modi di pensiero, riti e oggetti di culto dei popoli che abitavano anticamente la penisola ellenica.
Molti dei termini medici che oggi usiamo comunemente, relativi a sintomi, a metodiche e strumenti diagnostici o a terapie, derivano dal greco; non di rado facciamo riferimento alla lingua greca e ai suoi miti per dare il nome ad alcune patologie, ordinarie o di rara incidenza.
In questo libro Francesco Minni, affronta i Miti dell’antica Grecia con una duplice visuale: la prima consiste nella curiosità del medico che vuole indagare le origini della propria disciplina al di là di discorsi stereotipati e astorici; la seconda è quella dell’uomo di cultura che sa che i miti greci costituiscono quasi un archetipo della nostra tradizione culturale, letteraria e artistica e che per noi è difficile guardarli prescindendo da ciò che essi hanno significato nella nostra storia.
Dal testo si apprende che dolore e letteratura tout court – qualsiasi ‘genere’ letterario si voglia prendere in esame – formano un sinolo inscindibile, al punto che si potrebbe arrivare a sostenere che tutta la letteratura è in fondo una meditatio mortis, e come tale anche una medicina, forse non la più inefficace, contro il dolore.
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