Covid-19: una nuova malattia una nuova medicina.
Seconda edizione
24,90 €
Presentazione degli Autori
È successo all’inizio di Marzo 2020, prima della dichiarazione della pandemia da Covid-19: un gruppo di noi, colleghi con consuetudine di contatti professionali ed amicali, si rese conto che stava realmente succedendo qualcosa di grave. Alcuni nostri pazienti, o persone a noi vicine, si erano ammalate della nuova malattia virale o avevano, comunque, febbri respiratorie sospette. Il primo sentimento, dopo la lettura delle notizie dai quotidiani più autorevoli e le affannose ricerche, talora frustranti, nelle riviste mediche, fu di impotenza e scoramento, anche se un collega, veterano di mille battaglie, ci aveva detto in
una riunione di qualche settimana prima che “di polmonite virale difficilmente si muore”.
In quei giorni si andò “strutturando” una necessità, quella di uscire dall’isolamento personale frustrante, nonostante letture compulsive e lunghissime telefonate con i colleghi, medici di famiglia ed ospedalieri. Nacque, così, l’idea che comunque bisognava reagire ed impegnarsi insieme per fronteggiare la nuova malattia in una situazione assolutamente inedita.
Decidemmo di continuare a sentirci periodicamente per condividere idee, esperienze e letture: la modalità scelta cadde su di una serie di webinar dedicati all’argomento (complessivamente 50, dal mese di Aprile 2020 al mese di Ottobre 2021, con una partecipazione che è andata dai 40 ai 400 colleghi MMG e colleghi specialisti). Da quelle riflessioni, spunti e interventi nasce questo volume.
Sandro Girotto, Gio Batta Gottardi, Ercole Concia,
Claudio Micheletto, Umberto De Conto, Attilio L. Boner
Introduzione
Mi fa particolarmente piacere scrivere la presentazione di questo libro, frutto della collaborazione nata durante il lockdown del 2020 e proseguita l’anno successivo fra un gruppo di Medici di Medicina Generale coordinati da Sandro Girotto, sotto la guida scientifica di Attilio Boner, Ercole Concia, Umberto De Conto, Gio Batta Gottardi e Claudio Micheletto e comprendente
molti Medici di famiglia del Veneto, della Lombardia, del Piemonte e di altre regioni.
Hanno anche collaborato, e si sono interfacciati attivamente con loro, diversi docenti Universitari e specialisti Ospedalieri di varia estrazione, che hanno preso parte ad una serie di webinar serali, che hanno affrontato le diverse sfaccettature della pandemia da Covid-19.
A questi webinar, che si svolgevano con cadenza settimanale e si protraevano fino a tarda notte, parteciparono con entusiasmo centinaia di colleghi, che presenziarono alle “lezioni” e alle discussioni, nonostante fossero provati da giornate di lavoro lunghe e stressanti. Essi si svolsero sotto il patrocinio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Verona; io stesso ho presenziato in varie occasioni per portare il saluto e la vicinanza dell’Ordine in quelle settimane così difficili per tutti.
Ritengo che questo libro sia il segno tangibile che “nulla è impossibile”, e soprattutto che con buona volontà e umiltà la collaborazione fra la Medicina del territorio, la Medicina Specialistica e l’Università è possibile, è realizzabile e porta a grandi risultati; penso che quest’opera costituisca il primo frutto di questa collaborazione, a mio avviso fondamentale, volta a migliorare la preparazione scientifica e culturale di noi tutti, passaggio indispensabile per mantenere uno standard culturale elevato del nostro S.S.N., e, di conseguenza, poter garantire prestazioni di qualità ai nostri Concittadini.
Il primo capitolo prende in considerazione gli aspetti epidemiologici e sociali della pandemia, senza rinunciare ad alcuni spunti di bioetica. Gli eventi, la gestione delle informazioni, i flussi di dati, e i diversi modi di affrontare la pandemia in regioni anche limitrofe vengono affrontati e discussi dagli autori. Considerazioni epidemiologiche in tale contesto e un confronto fra Lombardia e Veneto sono i temi affrontati in un apposito paragrafo. Un’attenta valutazione delle banche-dati, considerazioni sulle modalità di compilazione dei dati e modalità di percezione della pericolosità della malattia sono esaminati in un paragrafo specifico.
Il secondo capitolo si addentra nei vari aspetti clinici della pandemia, partendo dal laboratorio di microbiologia e arrivando alla corsia, dove pneumologi e intensivisti si sono trovati ad affrontare quadri clinici nuovi e di difficile interpretazione.
Chiaramente, in questa sezione trovano spazio ampi paragrafi dedicati alla diagnostica (di laboratorio, strumentale) e agli schemi terapeutici possibili, nel paziente ospedalizzato e in quello a domicilio.
Trovano una adeguata descrizione anche i quadri di interesse pediatrico e, giustamente, questo capitolo si chiude con la sezione sul “Long-Covid” nell’adulto e in età pediatrica, e la riabilitazione nel soggetto che ha superato il Covid-19.
Il terzo capitolo prende in considerazione i punti critici di vari aspetti del nostro SSN e analizza le principali differenze all’origine dei diversi outcome osservati in Veneto rispetto alla Lombardia.
In Veneto, durante la prima ondata, la Medicina Territoriale ha fatto da baluardo e da filtro alla pandemia rispetto a quanto successo in Lombardia, contribuendo così ad arginare i ricoveri, a limitare i contagi e la mortalità nella cittadinanza e fra gli Operatori sanitari; i dati, XVI COVID-19: da una nuova malattia l’occasione per una nuova medicina
nel loro complesso, dimostrano come l’emergenza sanitaria nella vicina Lombardia si sia ben presto drammaticamente trasformata in un’emergenza umanitaria. Specifici paragrafi sono dedicati a fare il punto sui vaccini disponibili, sul loro utilizzo e sulla loro efficacia: vengono riportati non solo dati della letteratura, ma anche le varie esperienze dei medici che hanno vaccinato nelle varie sedi, ed anche i problemi che si sono presentati con i pazienti “allergici” e come siano state superate le criticità.
Il capitolo “Uomo, animali, ambiente” permette un approfondimento sull’origine del virus, e dei rapporti naturali fra animali e uomo. Infine, viene dato uno sguardo al futuro, sostenendo la necessità di una riorganizzazione della Medicina Generale.
Proprio per come è stato realizzato, ovvero la testimonianza di un insieme di esperienze vissute sul campo, quasi un resoconto delle attività di tutti i giorni, a vari livelli, di direzioni sanitarie, corsie di ospedale, ambulatori del medico di famiglia e del pediatra di libera scelta, visite a domicilio e nelle case di riposo, questo volume ha la freschezza e l’agilità derivanti da
un confronto sul campo fra i vari Colleghi - che hanno curato i diversi paragrafi - di diversa estrazione, e con alle spalle esperienze differenti; a tutti indistintamente va la riconoscenza dell’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri di Verona per avere avuto la forza di dare il via e portare a compimento questa opera nei mesi così intensi e difficili della pandemia.
Sono certo che questo libro costituirà un punto di riferimento, e certamente aiuterà a comprendere quanto è successo, per poter essere pronti in futuro ad affrontare un’evenienza simile e a non dimenticare i 130.000 italiani, gli oltre 350 medici e i numerosissimi Operatori Sanitari morti a causa della pandemia.
Carlo Rugiu
Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Verona
Postfazione
Tra le tante pubblicazioni sul Covid, scientifiche e non, che in questo periodo invadono il mercato, si avvertiva la mancanza di una ricerca che con ricchezza di dati e ampiezza di prospettiva trattasse il problema della risposta, ma sarebbe meglio dire “delle risposte”, della medicina territoriale alla pandemia da Covid-19.
L’Epidemia ha fatto emergere quanto sia determinante il presidio della medicina generale nel territorio e quanto un suo potenziamento o indebolimento possa influenzare decisamente le sorti di una vera e propria lotta sanitaria come quella sul Covid. Utilizzando quando possibile un approccio contrastivo, gli autori dimostrano che nei casi in cui si è andata a diradare la
rete della medicina preventiva e i presidi di vigilanza igienico-sanitaria si sono avute le conseguenze peggiori in termini di risultati nel combattere gli effetti della pandemia.
La centralizzazione dei presidi sanitari e in particolare il ritorno all’ospedalocentrismo, sostenuto da una sorta di “ideologia” di fondo, a scapito di una rete capillare e supportata di professionisti calati nel territorio, ha mostrato gravi difficoltà nella gestione di una situazione sanitaria complessa. Una complessità che nasce dal fatto che la rete sanitaria ha dovuto gestire
non solo l’eccezionalità, ma anche l’ordinario e quindi le cronicità. Abbiamo purtroppo visto che centralizzando, è stata messa in coda l’attenzione verso questo grande ambito della medicina, di cui la medicina del territorio solitamente si fa carico. Molti pazienti si sono sentiti letteralmente abbandonati nella gestione quotidiana delle loro malattie croniche con tutte le
conseguenze in termini socio-sanitari immaginabili.
Dalla lettura dei contenuti del volume emerge che c’è assoluto bisogno di curare e potenziare la medicina di prossimità. Il medico di medicina generale che in tutti i servizi sanitari universalistici è considerato il fulcro corre il rischio di una rimozione forzata per ritenuto uso improprio del territorio pubblico. Rimetterlo al centro di un sistema integrato di punti di riferimento, dove può agire in autonomia o in interazione multidisciplinare e multiprofessionale, è ora una necessità anche in vista di possibili scenari futuri.
Sui futuri scenari, cioè su nuove e purtroppo non prevedibili ondate epidemiche, si soffermano gli autori quando considerano la questione dell’esitazione o peggio del rifiuto vaccinale di porzioni non irrisorie di popolazione.
Gli autori argomentano a proposito dell’importanza di utilizzare strategie comunicative che partano dai legittimi dubbi dei cittadini costruendo un percorso fiduciario basato sull’ascolto e l’empatia. Sempre in prospettiva futura viene dato risalto all’importanza di perfezionare il percorso formativo dei medici di famiglia dando il giusto risalto all’approccio basato sulle evidenze.
Nel futuro immediato avremo anche a che fare con l’esigenza di un ammodernamento in termini tecnologici e digitali della professione. La sesta missione del Pnrr va in questa direzione, puntando su prossimità, digitalizzazione e telemedicina. Le nuove tecnologie vanno infatti sfruttate come potenziamento delle capacità del medico, che deve poter essere messo
nelle condizioni ottimali di utilizzarle con infrastrutture digitali e una formazione adeguate.
Alberto Oliveti
Presidente Enpam
Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza Medici
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