Scores Clinici + OBI Osservazione Breve Intensiva

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Riferimento: 4046_4042
Tipologia di Prodotto: Libro
Anno di pubblicazione: 2023
Descrizione dettagliata
OBI Osservazione Breve Intensiva - II Edizione

L’Osservazione Breve Intensiva (OBI) è stata sancita dal Ministero della Salute con accordo tra Stato e Regioni nel 2019.

Le caratteristiche principali devono essere un’alta attività assistenziale medico ed infermieristica, l’esecuzione di accertamenti diagnostici, il monitoraggio clinico e le terapie, in un tempo definito e limitato.

L’obiettivo è rappresentato da un miglioramento dell’appropriatezza dei ricoveri ed una maggiore sicurezza nelle dimissioni da Pronto Soccorso.

Le patologie/sintomi analizzati nel manuale sono tra le più frequenti cause di accesso al PS, non sempre risolvibili ad una prima visita, che richiedono un prolungamento del tempo finalizzato alla esecuzione di accertamenti clinico diagnostici, a terapie mirate, alla osservazione clinica al fine di individuare il più idoneo percorso assistenziale del singolo paziente.

Le condizioni o i sintomi che portano alla Osservazione sono sviluppate seguendo un identico schema che include: la definizione, la rilevanza del problema, la gestione in PS, i criteri di inserimento in OBI, i criteri di esclusione dall’OBI, gli obiettivi, le attività da svolgere e le indicazioni alla dimissione o al ricovero.

Scores Clinici in Medicina d'Urgenza - II Edizione

Perché imparare (e insegnare) i sistemi a punteggio in Medicina? Non si rischia di “spegnere il cervello”, di semplificare all’eccesso, sino a “banalizzare” il cardine insostituibile rappresentato dalla cosiddetta “quotidiana pratica clinica al letto del malato”? E perché imparare e insegnare i sistemi a punteggio proprio nell’ambito specialistico della Medicina d’Emergenza – Urgenza?

Perché? Per sintesi, per omogeneità.

Perché ricorrere a un sistema a punteggio, a quello e non ad un altro, significa essere giunti a quel punto, aver scelto quell’ambito, quello specifico sospetto clinico al termine (o nel corso) di un ragionamento che è parte di un percorso di valutazione, trattamento e stratificazione del rischio.

Percorso che deve giungere a una sintesi, a una decisione, che possa essere rappresentata da una fotografia che sia anche oggettivabile. E questa decisione deve essere comprensibile ad altri, a chi sta lavorando al nostro fianco, con mansioni differenti o provenendo da discipline differenti e ancor più a chi verrà dopo di noi, a gestire quello stesso o quella stessa paziente, in un diverso momento della sua storia clinica e deve potere comprendere a che punto siamo arrivati, noi nel percorso, e il o la paziente nella propria evoluzione di malattia.

E omogeneità significa allora anche equità, perché è doveroso che nella fase così delicata dell’inquadramento di ogni paziente, con qualunque codice di priorità e in qualunque contesto e ambiente ci si presenti, si limiti la variabilità medica individuale facendo riferimento a un patrimonio di cultura, competenze ed evidenze che siano validate e condivise.

Condivise su di un’evidenza dimostrata e pubblicata in letteratura e comprovata dalle esperienze sul campo.

Per oggettivare, quindi, per fotografare, per documentare, per ragionare e quindi anche per comunicare, per condividere e per confrontarsi. Per ridurre il margine di rischio e di errore. Per essere colti e per essere aggiornati, per essere competenti e per essere trasversali, così come “trasversali” alle diverse discipline sono tutti i nostri pazienti in Medicina d’Emergenza – Urgenza.

Per metodo. E per contestualizzazione. Perché, a parità di condizione clinica, in Pronto Soccorso ricorrerò a sistemi a punteggio differenti da quelli a cui farò riferimento sul “territorio” in fase di Emergenza Pre-Ospedaliera, perché diverso è il contesto e diverse le scelte che dovrò prendere (in termini di centralizzazione e stratificazione del rischio, ad esempio), nell’ambito di percorsi diagnostico terapeutici che possono essere chiari e condivisi con i nostri diretti interlocutori o meno. Allo stesso modo potrò ricorrere allo stesso sistema a punteggio pur in contesti differenti, o in diversi momenti di valutazione e trattamento, ma con obiettivi decisionali dinamicamente variabili: ora con contributo decisionale sull’esecuzione o meno di un’indagine diagnostica, ora sulla scelta di un approccio terapeutico immediato o procrastinato, ora sulla disposizione di dimissione al domicilio o degenza, ora sulla scelta dell’intensità di cura dell’ambiente di ricovero.

E allora non deve stupire realizzare che il Revised Trauma score e il Quick SOFA score, tanto eterogenei nell’essenza, nel senso clinico e nella portata decisionale, facciano entrambi riferimento alle tre medesime variabili: scala del coma di Glasgow (che, a sua volta, è un altro score a punteggio con significato contestuale), pressione arteriosa sistolica e frequenza respiratoria.

Grazie quindi, ancora una volta, a Tiziano Lenzi, Andrea Tampieri e Maria Chiara Cantarini, per la quantità e la qualità dell’impegno che hanno profuso per insegnarci, ancora una volta, a crescere, a ricordare le domande e le risposte che sanno fare la differenza sul piano decisionale, e per prepararci a lavorare sempre meglio domani rispetto a quanto abbiamo saputo fare sino ad oggi.

Rodolfo Ferrari

Direttore UOC Pronto Soccorso Medicina D’Urgenza

Dipartimento di Emergenza – AUSL Imola

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