EMP 2024/06 - Valutazione e gestione della stipsi nel DEA
Obiettivi formativi
• Quali sono le cause potenzialmente pericolose della stipsi?
• Quando sono indicati gli esami diagnostici per la stipsi?
• Quali sono i trattamenti più efficaci della stipsi acuta?
Dopo la lettura del presente articolo, sarete in grado di:
1. Descrivere il processo diagnostico dei pazienti che lamentano stipsi.
2. Elencare le cause e le complicanze potenzialmente pericolose della stipsi.
3. Prescrivere i trattamenti per questa patologia che tengano in conto l’eziologia sottostante, le comorbilità e i farmaci assunti.
4. Individuare i pazienti per i quali sarà utile l’invio allo specialista per decidere opzioni diagnostiche o terapeutiche avanzate.
Abstract
Ogni anno oltre 1.300.000 pazienti accedono al PS a causa della stipsi. La maggior parte dei casi è benigna, ma occorre escludere alcune complicanze serie come il fecaloma (o compattazione fecale) e la colite stercoracea. È scarsa l’evidenza scientifica che orienti la valutazione e il trattamento della stipsi nel dipartimento di emergenza, e molti dei trattamenti vecchi di decenni non vengono studiati in trial moderni, rigorosi e controllati. In DEA la stipsi è una diagnosi clinica e la sua gestione ideale comprende l’esclusione delle patologie con presentazione simile e delle complicanze pericolose e (nella maggior parte dei casi) la dimissione del paziente accompagnata da un regime intestinale adattato alla causa probabile della sua stipsi e dall’invio all’idonea figura medica di base o specialistica. Il nostro articolo valuta le linee guida di consenso sulla gestione della stipsi unitamente ai primi dati sui nuovi farmaci prescrivibili per la stipsi cronica o indotta dagli oppioidi.
Presentazione dei casi
Caso 1
Una donna di 85 anni in stato mentale alterato arriva in ambulanza dalla RSA…
• L’anamnesi rileva storia di diabete, ictus e demenza lieve. L’equipaggio dell’ambulanza riferisce che il personale della struttura per anziani la descrive solitamente vigile e orientata verso le persone e l’ambiente, ma che oggi la signora è letargica e parla a malapena. La donna non evacua da 5 giorni, nonostante l’enema di ieri.
• All’esame si presenta tachicardica, con addome non dolorabile ma lievemente disteso. I parametri vitali sono: temperatura 37,3°C, FC 114 battiti/min, pressione 104/58 mm Hg, FR 26 atti/min e saturazione 94% in aria ambiente.
• Iniziando il suo esame ti domandi se un episodio di semplice stipsi possa rendere qualcuno così sofferente…
Caso 2
Un uomo di 50 anni affetto da nefropatia terminale arriva dopo 3 giorni di stipsi…
• Il paziente descrive di sentirsi “totalmente bloccato” nonostante l’uso regolare di prodotti emollienti delle feci e l’integrazione di fibre. Vorrebbe la prescrizione di qualcosa “che rimetta in moto le cose”.
• Dopo che l’approfondimento dell’anamnesi e dell’esame fisico non indica alcun altro processo preoccupante, prendi in considerazione una schiera di possibili lassativi, chiedendoti quale sia probabilmente più efficace ed economico, e se l’elemento anamnestico della disfunzione renale debba influenzarti nella scelta…
Caso 3
Un uomo di 40 anni lamenta un dolore al basso addome intermittente da mesi…
• Il paziente riferisce che assume quotidianamente l’ossicodone per il dolore cronico al dorso, e che, anche se ha provato “ogni lassativo in commercio”, di solito passa una settimana senza sollievo.
• I parametri vitali sono normali e l’esame rileva l’addome morbido, non dolorabile e non disteso, con suoni intestinali presenti ma ipoattivi.
• Concludi che l’eziologia probabile di questi sintomi sia una stipsi da oppioidi, e ti domandi se vi siano altre raccomandazioni possibili oltre ai prodotti da banco…
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