EMP 2022/12 - I progressi ottenuti nell’ambito della rianimazione applicabili al DEA

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Riferimento: EMP2022_1222_O
ISBN / ISSN: 1592-3533
Autori: Ivana Nikolic, MD Instructor of Medicine, Division of Cardiovascular Medicine, Harvard Medical School; Massachusetts General Hospital, Boston, MA, Kamal Medlej, MD Instructor, Division of Critical Care, Department of Emergency Medicine, Harvard Medical School, Massachusetts General Hospital, Boston, MA
Curatori: Revisore scientifico della versione italiana: Bruno Tartaglino
Tipologia di Prodotto: Rivista
Anno di pubblicazione: 2022
Formato: pdf
Descrizione dettagliata
Abstract
Lo shock cardiogeno, l’arresto cardiaco e l’insufficienza cardiocircolatoria sono condizioni di pericolo per la vita, pertanto riconoscerne le cause sottostanti e avviare il trattamento per migliorare
la perfusione sono i principi cardine per la gestione di questi pazienti e per ottimizzarne gli esiti.
Il nostro articolo rivede le evidenze aggiornate sulla diagnosi e la gestione dello shock cardiogeno includendo la somministrazione di ossigeno, la trasfusione di emazie, i vasopressori e gli inotropi.
Inseriremo anche un riepilogo delle varie possibilità di supporto circolatorio meccanico, e i criteri di inclusione/esclusione e di guida al ricovero e al trasferimento ad altre Strutture. Descriveremo le
specifiche considerazioni relative alla rianimazione e alla gestione dei pazienti portatori di dispositivi ventricolari sinistri di supporto e che si presentano con insufficienza cardiocircolatoria; specificheremo gli esami, l’imaging e il trattamento di tali casi. 
 
Obiettivi formativi
• Quali sono i segni clinici dello shock cardiogeno?
• Quali sono le possibilità tra cui optare nei casi di shock cardiogeno e arresto cardiaco?
• Quali criteri speciali di valutazione e gestione occorrono per i portatori di dispositivi di supporto meccanico al circolo?
 
Dopo la lettura del presente articolo, sarete in grado di:
1. Elencare le valutazioni cliniche, laboratoristiche ed ecografiche usate per riconoscere lo shock cardiogeno.
2. Descrivere le possibilità di gestione dello shock cardiogeno, compreso il supporto circolatorio meccanico.
3. Definire la valutazione e la gestione dei pazienti portatori di dispositivo di assistenza ventricolare sinistra con sospettato scompenso cardiocircolatorio.
4. Elencare i segni e sintomi dei pazienti che necessitano di trasferimento a Centri specializzati per terapie avanzate.

Presentazione dei casi
Caso 1
Una donna di 82 anni è trasportata in ambulanza e lamenta dispnea… 
• L’equipaggio ti informa che i familiari hanno chiamato i soccorsi perché vedevano che respirava sempre peggio.
• La famiglia riferisce che l’anziana “ha il cuore debole” e ha un’ipertensione in cura con più farmaci.
• Nel DEA la signora è sonnolenta, con estremità fredde e marezzate; la frequenza cardiaca è 45 battiti/min, la pressione 114/71 mm Hg e la SpO2 88%. L’ECG evidenzia una bradicardia
giunzionale senza modifiche ischemiche. All’auscultazione si ascoltano crepitii diffusi su entrambi i campi polmonari con ridotta escursione respiratoria.
• Cosa deve preoccuparti maggiormente di questa presentazione, e qual è il passo successivo corretto?
Caso 2
Un uomo di 54 anni viene portato al DEA in arresto cardiaco…
• I soccorritori ti informano che la moglie del paziente ha assistito al collasso in casa dopo che il marito ha lamentato dolore toracico e che ha immediatamente iniziato le compressioni toraciche.
• Il Personale dell’ambulanza ha trovato l’uomo in fibrillazione ventricolare e ha avviato l’ACLS: un totale di 3 scariche, 3 boli di adrenalina EV e 2 boli di amiodarone EV.
• Nel DEA persiste la fibrillazione ventricolare, con un totale di 20 minuti dall’inizio evento.
• Quali altri interventi puoi tentare per ristabilire la perfusione?
Caso 3
Ti preavvisano dell’arrivo in ambulanza di una donna di 61 anni priva di polso e non responsiva, portatrice di dispositivo ventricolare sinistro…
• I soccorritori non sono riusciti a misurarle la pressione, e per timore di arresto cardiaco imminente sono stati indirizzati al tuo ospedale invece che al Centro di riferimento per i dispositivi ventricolari.
• All’arrivo al tuo DEA la paziente è ancora incosciente.
• E adesso qual è il primo passo da fare?
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