Emergency Medicine Practice 2021/12

11,90 €
Tasse incluse
An evidence-based approach to emergency medicine 
 
Autori: 
Ninad A. Shroff, MD, FAAEM
Associate Program Director, Emergency Medicine Residency, St. Joseph’s University Medical Center, Paterson, NJ 
Jerome Balbin, MD
Medical Director of Simulation/Core Faculty/Attending Physician, Department of Emergency Medicine, St. Joseph’s University Medical Center, Paterson, NJ 
Oluwaseun Shobitan, MDAttending Physician, East Orange General Hospital, East Orange, NJ    
 
Revisore scientifico della versione italiana: Bruno Tartaglino
 
Formato

Riferimento: EMP2021_1221
ISBN / ISSN: 1592-3533
Autori: AAVV
Tipologia di Prodotto: Rivista
Anno di pubblicazione: 2021
Formato: pdf
Pagine: 28
Descrizione dettagliata
Malattie da alta quota aggiornamento su prevenzione, riconoscimento e trattamento
 
Obiettivi formativi
• Quali sono i segni critici del mal di montagna acuto?
• Quali le patologie che rappresentano controindicazione ai viaggi in altitudine
• Come consigliare i pazienti sulla preparazione del viaggio ad alta quota
 
Dopo la lettura del presente articolo, sarete in grado di:
1. Consigliare i viaggiatori sulla preparazione e gli interventi opportuni per affrontare in sicurezza l’alta quota.
2. Individuare i segni e sintomi della malattia da altitudine.
3. Consigliare i pazienti che hanno patologie preesistenti circa l’approccio sicuro ai viaggi ad alta quota.
 
Abstract
La “malattia da altitudine” è un continuum di quadri clinici, la cui espressione più grave può essere la morte.
È fondamentale comprenderne la prevenzione e la modalità di trattamento, e questa è la responsabilità dei medici consultati dai viaggiatori che pianificano le escursioni: le basi della prevenzione si trovano nell’ascesa graduale, insieme alla farmacoterapia ove indicata.
Gli alpinisti portatori di alcune malattie croniche possono necessitare di ulteriore consulto e preparazione prima della partenza.
Affronteremo in dettaglio il riconoscimento diagnostico delle diverse manifestazioni della malattia da altitudine e le possibilità terapeutiche adeguate.
 
Caso 1
A 3.400 m di quota una giovane partecipante alla spedizione lamenta cefalea e si sente “stonata”… Sei in vacanza in Perù e raggiungi il gruppo che partirà per il trekking del sentiero Inca al Machu Picchu.
Dopo cena, la sera dell’arrivo, una partecipante 29enne che abita a Miami si alza da tavola con lieve emicrania e dice di sentirsi come “investita da un treno”. Tu ti chiedi se sia un segnale preoccupante…
Caso 2
A 4.730 m vedi un uomo in difficoltà a camminare e che vomita…
Partecipi a una spedizione di trekking sul Kilimangiaro, e siccome hai poco tempo hai scelto il percorso di 5 giorni sulla via di Marangu. Alla fine del terzo giorno arrivi a Kibo (4.730 m) e all’ora di andare a dormire noti un 57enne del gruppo che ha un’andatura instabile e vomita. La guida della spedizione non riesce a contattare il centro medico di riferimento e chiede il tuo consiglio. Tu metti in conto le varie possibilità ma sai che c’è solo una scelta giusta…
Caso 3
A 2.860 m di altitudine un uomo tossisce e dice di aver “preso un raffreddore”…
Stai per iniziare il tuo trekking nella regione dell’Everest, e incontri un uomo di 45 anni atterrato da poche ore all’aeroporto di Lukla (2.860 m) in Nepal. Sembra che faccia fatica già a portarsi lo zaino, e quando gli chiedi se ha bisogno d’aiuto lui ti racconta che 2 giorni prima ha preso l’aereo da Londra per Katmandu e che gli sembra di essersi “preso un raffreddore” in viaggio. Ti sembra che sia a corto di fiato e noti che tossisce con un espettorato bianco-rosato. Ti domandi se abbia qualcosa di diverso dal raffreddore e se sia il caso che tu intervenga…
 
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