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Compensazione necessaria tra indennizzo e risarcimento danni da sangue infetto

Compensazione necessaria tra indennizzo e risarcimento danni da sangue infetto

La Corte di Cassazione, nell’accogliere il ricorso del Ministero della Salute avverso la sentenza d’appello che lo aveva condannato al risarcimento in favore di una paziente dei danni (quantificati in oltre 106.000 euro) patiti in seguito ad una epatite contratta a seguito di emotrasfusione eseguita durante un ricovero ospedaliero, ha affermato che “nel giudizio promosso nei confronti del Ministero della Salute per il risarcimento dei danni da trasfusioni da sangue infetto, la parte che ammette o non contesta di avere percepito l'indennizzo previsto dall'art. 2, comma 3, della L. n. 210 del 1992 ha l'onere di provarne l'ammontare, in quanto il diritto risarcitorio sussiste solo nella misura eccedente l'indennizzo”; che

“la compensatio lucri cum damno è rilevabile d'ufficio dal giudice il quale, per determinarne l'esatta misura, può avvalersi del proprio potere officioso di sollecitazione presso gli uffici competenti, il cui esercizio, di regola non suscettibile di sindacato di legittimità, non può essere immotivatamente omesso quando la percezione dell'indennizzo è stata ammessa, essendo necessario per verificarne lo specifico ammontare e per inibire un'ingiustificata locupletazione risultata certa, anche se non nella sua misura”;

che il giudice d’appello “avrebbe dovuto indagare se effettivamente l'indennizzo era stato corrisposto alla paziente; che nel caso di accertamento positivo in ordine alla corresponsione dell’indennizzo avrebbe dovuto“ procedere allo scomputo dall'ammontare liquidato a titolo risarcitorio di quanto corrisposto a titolo indennitario; che “sono soggette alla predetta detrazione non soltanto le somme già percepite al momento della pronuncia, ma anche le somme da percepire in futuro, in quanto riconosciute e, dunque, liquidate e determinabili”.

La Suprema Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata e rinviato la causa ad altro giudice per i necessari accertamenti di fatto alla luce di quanto sopra riportato.

A cura di Sergio Fucci - Giurista e bioeticista, già consigliere presso la Corte d’Appello di Milano

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