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Chirurgo condannato per avere indotto indebitamente una paziente a promettere e poi versargli una somma non dovuta

Chirurgo condannato per avere indotto indebitamente una paziente a promettere e poi versargli una somma non dovuta

La Corte di Cassazione, seconda sezione penale, con la recente sentenza n. 35164/2022, depositata il 21/09/2022, ha respinto il ricorso di un sanitario condannato in sede di appello alla pena di due anni di reclusione in relazione al delitto di cui all'art. 319 quater c.p. (così riqualificata l'originaria imputazione di concussione ex art. 317 c.p.) perché quale pubblico ufficiale (prestando la propria attività professionale presso una clinica convenzionata con il S.S.N.), abusando della propria qualità, aveva indotto una paziente affetta da stenosi alla spina dorsale a promettergli la non dovuta somma di 1000 euro (poi versata dalla figlia) per eseguire il necessario intervento chirurgico.

La Suprema Corte ha osservato, tra l'altro, che il giudice d'appello aveva giustamente evidenziato che la decisione della paziente di accettare la richiesta del sanitario era stata "condizionata" dalla sua situazione di sofferenza fisica che sperava di poter risolvere affidandosi ad un sanitario di sua fiducia che potesse operarla in una struttura convenzionata e, perciò, a carico del S.S.N.

D'altra parte il chirurgo aveva potuto assicurare alla sua paziente questa possibilità di "favore" proprio perché gestiva in totale autonomia lo "spazio operatorio" messogli a disposizione dalla clinica.
 
La Cassazione, inoltre, ha affermato che correttamente il giudice d'appello aveva escluso che potessero trovare applicazione le attenuanti di cui agli artt. 62 n. 4 c.p. (danno patrimoniale di speciale tenuità) e quella di cui all'art. 323 bis c.p. (fatto di particolare tenuità) trattandosi di una somma di denaro non di minima rilevanza dal punto di vista oggettivo e tenuto anche conto della personalità dell'imputato e del carattere in qualche modo "seriale" della condotta consistente nel chiedere ai propri pazienti delle somme di denaro per eseguire interventi o comunque svolgere attività mediche nell'ambito di una struttura convenzionata con il S.S.N. 
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