EMP 2024/12 - Maltrattamenti e incuria degli anziani: come fare diagnosi e approntare un piano di gestione in DEA
Obiettivi formativi
• Quali sono per il paziente e il caregiver i fattori di rischio di maltrattamento o trascuratezza verso l’anziano?
• Quali sono i riscontri patognomonici di tali situazioni di disagio dell’anziano?
• Di quali strumenti può avvalersi il medico d’urgenza per individuare i pazienti a rischio di maltrattamento?
Dopo la lettura del presente articolo, sarete in grado di:
1. Individuare i riscontri patognomonici del maltrattamento o dell’incuria degli anziani.
2. Esporre gli strumenti disponibili, quali i test validati e le cartelle elettroniche, per individuare i pazienti in possibile stato di maltrattamento o abuso.
3. Avviare la collaborazione con il gruppo dedicato al piano di rilevazione e trattamento dei pazienti che subiscono maltrattamento e/o incuria.
4. Documentare e trasmettere tali riscontri alle Autorità competenti.
Abstract
in aumento la prevalenza di maltrattamenti e trascuratezza verso gli anziani negli Stati Uniti, mentre le certificazioni da parte dei medici non stanno al passo con tale tendenza. Il momento più importante nel gestire un caso di maltrattamenti e incuria è porne la diagnosi e riferirne il sospetto ai Servizi di Protezione degli Adulti (o equivalente locale). Il nostro articolo presenta le modalità sistematiche per diagnosticare questo stato di un paziente anziano, le quali comprendono anamnesi ed esame fisico approfonditi associati all’uso di strumenti di verifica validati e standardizzati.
Per meglio valutare e gestire le vittime di sospetto maltrattamento i medici possono anche fare riferimento a un gruppo multidisciplinare o coinvolgere le risorse disponibili in ospedale e sul territorio (referenti del caso, assistenti sociali e medici di medicina generale) per creare un programma di sicurezza per gli anziani a rischio.
Presentazione dei casi
Caso 1
Un signore di 80 anni arriva in ambulanza per glicemia elevata, ma tu ti accorgi che è la terza volta che accade per la stessa ragione…
• Quando lo esamini gli chiedi perché non assume i suoi farmaci, e lui risponde che non è riuscito ad andare in farmacia.
• All’esame il paziente rivela un cattivo stato di cura di sé, con scarso turgore cutaneo, unghie dei piedi lunghe e una piccola ferita sul piede sinistro.
• All’inizio pensi che abbia avuto delle difficoltà, ma poi cominci a chiederti se succeda anche dell’altro…
Caso 2
Un’anziana di 84 anni viene portata al PS dal figlio (già in età matura) dopo una caduta in casa…
• La donna assume l’anticoagulante apixaban per la fibrillazione atriale. La visita rileva una ferita al collo ed ematomi sugli avambracci mediali.
• La paziente ha una storia di deficit cognitivo e non riesce a fornire un’anamnesi affidabile, quindi è il figlio a riferirne la maggior parte. L’infermiera è perplessa, perché la descrizione della caduta riferita dai paramedici è diversa da quella fornita dal figlio della paziente.
• Rifletti se chiedere direttamente alla paziente cosa è successo e se venga fisicamente ferita dal figlio, ma non sei certo che sia l’approccio giusto. Sospetti un caso di maltrattamento dell’anziana e ti chiedi se vi siano altri riscontri che possano indirizzarne la gestione…
Caso 3
Una donna di 79 anni viene portata al PS per un prurito vaginale…
• Un’aiutante che la scorta riferisce che la paziente è affetta da demenza e vive in una struttura di lungodegenza.
• Esegui l’esame alla presenza di un’infermiera, riscontrando una perdita cervicale densa e gialloverdastra che fa temere un’infezione trasmessa sessualmente.
• Allora ti domandi come sia meglio procedere per tutelare la sicurezza di questa anziana.
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