EMP 2024/11 - La gestione nel DEA dei pazienti affetti da anemia falciforme
Obiettivi formativi
• Quali sono le possibilità di gestione dei sanguinamenti da una tracheostomia?
• Come gestire le più frequenti complicanze della tracheostomia?
• Quali sono le indicazioni e le procedure della cricotirotomia d’emergenza?
Dopo la lettura del presente articolo, sarete in grado di:
1. Elencare le possibili complicanze degli interventi chirurgici sulle vie aeree.
2. Esporre la valutazione e la gestione di dette complicanze, comuni o rare.
3. Descrivere l’approccio standardizzato per valutare e stabilizzare le vie aeree operate.
Abstract
I medici d’urgenza si trovano spesso ad affrontare complicanze acute di atti chirurgici sulle vie aeree, sia recenti che remoti, ma possono mancare della competenza e/o esperienza clinica necessaria.
Il nostro articolo fornisce una revisione di tali complicanze derivate da cause meccaniche, infettive o ematologiche; al contempo presenteremo le raccomandazioni di miglior pratica ed esporremo le linee guida di consenso sulla gestione delle vie aeree “difficili” e le indicazioni all’esecuzione di una via aerea chirurgica.
Presentazione dei casi
Caso 1
L’ambulanza porta un uomo di 54 anni che presenta lingua gonfia ed evidente distress respiratorio…
• L’uomo si inclina in avanti aiutando la respirazione con la muscolatura accessoria, mostra difficoltà all’eloquio e sbava.
• Dai parametri vitali emerge ipossiemia (che si corregge con l’uso della maschera nonrebreather), tachicardia e ipertensione.
• Tra i farmaci che assume noti il lisinopril: ti preoccupa che possa avere un angioedema in peggioramento e decidi per l’intubazione.
• Tramite il videolaringoscopio flessibile su paziente sveglio vedi che l’edema si estende oltre la base della lingua, quindi non riesci a inserire il tubo endotracheale.
• L’edema peggiora e il paziente diventa ipossico.
• Come riuscire a garantire una via aerea definitiva in queste condizioni?
Caso 2
Un uomo di 48 anni con un precedente lungo ricovero in Terapia intensiva per polmonite, portatore di tracheostomia si presenta al PS perché la cannula tracheostomica si è sposizionata a casa…
• All’arrivo non è in distress respiratorio e non è dipendente dal ventilatore.
• I familiari non hanno portato la cannula che è fuoriuscita, e non ne ricordano la dimensione. Sanno che la tracheostomia risale a circa 6 mesi prima.
• Alla tua ispezione la cute circostante il sito della tracheostomia appare ben cicatrizzata, senza segni di sanguinamento o infezione dei tessuti molli.
• L’intervento non era avvenuto nel tuo ospedale e la cartella non è recuperabile.
• Quale sarà il percorso migliore per gestire lo sposizionamento della cannula?
Caso 3
Una donna di 41 anni con precedente paralisi cerebrale viene portata al DEA dalla Struttura di lungodegenza a causa dell’ipossiemia (pulsossimetria misurata: 84%)…
• È portatrice di tracheostomia e di gastrostomia endoscopica percutanea (PEG).
• È dipendente dal ventilatore e quando il terapista respiratorio scollega quello da viaggio e collega la paziente al vostro ventilatore, l’allarme di quest’ultimo scatta per l’aumento di pressione.
• L’infermiere della Struttura di provenienza riferisce l’aumento delle secrezioni della cannula, che richiede aspirazioni più frequenti. La tua visita rileva muco incrostato dentro la cannula interna, con secrezioni chiare.
• Qual è il modo migliore di rimuovere le secrezioni ostruttive della cannula tracheostomica?
Caso 4
Una giovane donna di 26 anni ricoverata in un Centro riabilitativo per lesioni cerebrali viene trasportata a seguito di sanguinamento dal sito della tracheostomia…
• La paziente ha avuto una lunga degenza in Terapia intensiva dopo lesioni multiple da arma da fuoco; è portatrice di tracheostomia e di PEG. La tracheostomia risale a 1 mese fa e osservi che esce sangue.
• I parametri vitali sono nei limiti di norma e la paziente appare in buone condizioni, salvo per il sanguinamento.
• Ci sono campanelli d’allarme in questa presentazione?
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